Oggi vi voglio parlare di Matteo Morra, lo chef che collabora con me in cantina organizzando cooking class e show cooking. Abbiamo partecipato a diversi eventi insieme,
lavorando sempre in grande armonia, ma ripensandoci non ho mai avuto una
vera occasione per sedermi a chiacchierare con lui. Per questo motivo, la scorsa settimana l’ho
invitato a bere un bicchiere di vino in cantina, e ho colto l’occasione
per scoprire qualcosa in più su di lui e sulla sua esperienza.
Voglio rendervi partecipi delle sue parole e della sua esperienza, che mi ha stupita molto, così come sono sicura stupirà voi!
Buona lettura!
1)
Sei uno chef giovanissimo: a soli 27 anni ha già avuto
un’esperienza importante all'estero e hai aperto il
tuo ristorante. Come ci si sente?
E'
difficile spiegare la soddisfazione che provi quando parti dal
nulla e cerchi di creare qualcosa, forse è anche più grande di te! Devi definire obiettivi sempre più importanti
da raggiungere e, soprattutto, maturare sia dal punto di vista
aziendale che umano: ogni giorno, infatti, puoi imparare qualcosa di nuovo e affinare gusti e conoscenze! Questi elementi sono molto importanti per
una crescita che si consolida nel tempo!
2)
Da cosa nasce la tua passione per la cucina?
La
cucina è sempre stata per me sinonimo di felicità, sin da quando
ero bambino. Grazie a mio zio, mi sono avvicinato molto al mondo
della cucina, anche se nessuno della mia famiglia ha mai avuto
esperienza nel campo della ristorazione. La cucina è passione: se non
ce l'hai, non sarà mai la tua vita! Inoltre, è molto
importante mantenere l'umiltà: il vero segreto per farsi avanti in
questo campo.
3)
A cosa ti ispiri per creare i tuoi piatti?
Molti
chef si ispirano ad artisti. Io ambisco, invece,ad un gusto
il più possibile perfetto per la creazione di un impiattamento all'altezza, senza snaturare il prodotto, nel pieno rispetto di ingredienti,
stagionalità e prodotti locali.
4)
Tradizione o innovazione?
Bella
domanda! Qualche anno fa c'è stata un'esagerazione dell'Innovazione, con eccessi che hanno determinato un veloce ritorno alle origini. La
mia cucina si basa sulla tradizione rivisitata in chiave moderna, sul
lato del gusto, e, alleggerita, facendo attenzione ai grassi e con un grande rispetto
verso la qualità degli ingredienti che sto usando.
5)
Che significato hanno per te le Langhe?
Le
Langhe sono sempre state un posto incantevole, un’oasi di pace dove
si mangia bene, si beve ancor meglio e si può stare tranquilli anche solo passeggiando. È uno dei posti più belli al
mondo per il panorama che offre. Per me è un onore avere il ristorante nel cuore delle Langhe, a Barolo! È come
un sogno che si avvera e continua a svilupparsi nel tempo in questa
splendida cornice di vigneti.
6)
C’è una figura di riferimento nel settore enogastronomico a cui ti
ispiri, o ti ispiravi all’inizio?
Ci
sono diverse figure a cui mi sono ispirato e dalle quali ho imparato molto per creare il mio stile e la mia personale interpretazione di cucina. La
figura che mi ha dato di più dal punto di vista professionale è
stato Davide Palluda, con cui ho passato 5 anni pieni di sorprese e da cui ho imparato tantissimo: rimane un maestro
e un modello da seguire! Un altro chef fondamentale è Joel Robuchon, che purtroppo non ho mai avuto il piacere di conoscere e per cui non ho lavorato. Mi sono però documentato molto e ho letto diversi suoi libri e ho imparato l'eleganza del cibo e le salse di base francese.
7)
Propositi per la tua vita e per l’anno nuovo?
Crescere
sempre di più come ristorante con molta umiltà, portando sempre di
più in alto la grande tradizione locale che ci rende famosi nel mondo. Un tema che mi tocca particolarmente è la forte valorizzazione del nostro territorio all'estero: vorrei far
diventare la Langa ed il Barolo, quello che è lo champagne per il
mondo intero. Così facendo - ne sono certo- l''interesse verso il nostro territorio crescerà a dismisura!
Matteo ha contagiato anche te con il suo entusiasmo? Guarda il video della sua cooking class da noi e contattaci se vuoi farne una anche tu: info@josettasaffirio.com
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